Speciale Cantera: intervista a Arianna Cartelli
Arrivata con il mercato estivo dal Pordenone, si è subito inserita nei meccanismi di squadra e di gioco rossoblù. Conosciamo più da vicino Arianna Cartelli, centrocampista classe 2002: dagli inizi con la squadra della sua città (Aviano) grazie all’intuizione della mamma, fino al piccolo grande sogno sui calci di punizione a tinte rossoblù.
A quanti anni hai iniziato a giocare a calcio e perché ti sei avvicinata a questo sport?
Ho iniziato a giocare a calcio quando avevo quasi 7 anni nel Calcio Aviano, la squadra del paese, in cui sono rimasta per 7 anni prima di passare al Pordenone. Contrariamente a ciò che è successo a molte mie “colleghe”, è stata mia mamma a insistere perché provassi questo sport, perché ne avevo provati molti ma nessuno mi aveva entusiasmato. Anche se guardavo molte partite alla TV, non mi era mai venuto in mente di indossare le scarpe con i tacchetti! Mia mamma aveva un collega che allenava una squadra di calcio e mi ha convinto a provare: al primo allenamento è stata questione di minuti perché io mi innamorassi del pallone.
Hai mai incontrato difficoltà, da parte della tua famiglia o dalle persone che ti circondano, quando hai deciso di giocare a calcio?
Da parte dei miei parenti non c’è mai stata alcuna difficoltà nell’accettare il calcio come mia passione, anzi sono stati felici della mia scelta, ed io non posso che esserlo di conseguenza. Anche gli amici, nonostante uno stupore iniziale, si sono adeguati.
Che squadra tifi?
Sono juventina da quando sono nata!
Come ti stai trovando a Vittorio Veneto, tra nuove compagne di squadra e Mister Tommasella?
Devo dire che mi sto trovando benissimo, il gruppo è unito e insieme possiamo arrivare lontano. Le ragazze sono veramente fantastiche e oltre alle pordenonesi che già conoscevo, sono riuscita a legare con quasi tutta la parte trevigiana. La mister mi piace, è una che sa il fatto suo. È un leader silenzioso, ti incoraggia sempre a dare il massimo e a non mollare mai. Poiché gioca ancora, sa anche meglio di tanti altri mister la fatica che facciamo durante gli allenamenti.
Sei una centrocampista: raccontaci come vivi questo ruolo, a chi ti ispiri.
Ho giocato in molti ruoli durante questi anni di crescita: nei giovanissimi ero fissa a centrocampo ma l’anno scorso, ad esempio, sono stata utilizzata da punta centrale fino a centrale difensivo. Mi mancava soltanto l’esperienza di fare il portiere! Se devo essere sincera non so cosa mi piaccia di più nel fare la centrocampista, mi piace stare lì, il che non è molto descrittivo, lo so, ma non saprei come spiegare il fatto che quando sono lì in mezzo al campo sono semplicemente felice.
Il mio idolo in assoluto è Del Piero, ma non solo: mi piacciono molto Marchisio, Florenzi e Dybala. Come giocatrici invece ho un debole per Martina Rosucci, Lisa Boattin e Alex Morgan.
Ti piace ti più fare gli assist o segnare?
Sono due emozioni diverse seppur simili. Tuttavia credo fare un assist. Segnare mi fa ovviamente piacere, ma fare un assist e vedere la compagna correre verso di me con un sorriso a 32 denti… beh è tutta un’altra storia.
Qual è il tuo obiettivo stagionale?
Uno dei miei obiettivi è sicuramente crescere dal punto di vista tecnico e atletico. Un altro è arrivare più distante possibile in campionato e poi perché no, imparare per quanto possibile, a tirare una punizione “alla Tomma”.