Intervista a Mister Zoni: “Ora grande dedizione e voglia, inizia di fatto un nuovo campionato”
Press “Start” to resume. Per il condottiero tecnico rossoblù Massimo Zoni, l’attesa per il fatidico ritorno verso la girandola di emozioni da competizione ufficiale si accompagna all’emozione per l’esordio stagionale assoluto tra le storiche mura amiche dello Stadio Paolo Barison, nel cuore della Città della Vittoria. Un momento doppiamente da assaporare, dopo i primi match dell’annata nell’alternativa location casalinga di Colle Umberto e, soprattutto, al termine della lunga pausa forzata imposta dall’evolversi della situazione pandemica nazionale.
Dopo oltre due mesi di costante (ma tutt’altro che semplice) preparazione sul campo di Costa, tra allenamenti individuali e l’assoluto rispetto dei protocolli sanitari imposti dal regolamento, sentiamo dunque gli umori e le impressioni del mister delle Tose a poco più di 48 ore dal recupero del match della 4° Giornata contro il Le Torri.
Quali sono le tue sensazioni prima del ritorno in campo, 84 giorni dopo la trasferta sul campo dell’Oristano?
In queste ore non possono che pulsare e farsi largo emozione, eccitazione e grande voglia di tornare ad assaggiare il campo, nella sua dimensione più vera e competitiva. Non è stato facile allenarsi e mantenere alta attenzione e concentrazione in questi due mesi così particolari e di difficile gestione, per lo staff e per tutta la società. Ora possiamo davvero dirlo, finalmente si ricomincia: speriamo di non fermarci più da qui a fine stagione, chiaramente seguendo tutte le regole e monitorando l’evoluzione della situazione sanitaria. Da parte nostra la guardia non sarà mai abbassata, i protocolli saranno rispettati come sempre e prima di ogni cosa.
Quali sono state le difficoltà maggiori nel gestire il lavoro sul campo con la squadra, in questo periodo di grandi difficoltà e preoccupazioni ?
Chiaramente è tutt’altro che semplice ritrovarsi ad adattare le dinamiche di uno sport di squadra alla dimensione puramente individuale. Tra esercizi in solitaria, assenza di contatti fisici e partitelle, e con le ragazze costrette a non poter utilizzare gli spazi comuni anche fuori dal campo, è stata una sfida per me, per tutto lo staff, per la società e soprattutto per le ragazze stesse. Un plauso a tutte loro, sempre presenti con spirito di sacrificio e voglia di fare, nonostante ogni criticità. Menzione di merito anche agli elementi della Juniores aggregati in questo periodo alla Prima Squadra, anche da parte loro l’attaccamento alla maglia e il desiderio di crescere sono stati due fattori costanti e molto importanti.
Cosa ti aspetti dalla tua squadra al passo d’esordio nel 2021 contro il Le Torri?
Dalle ragazze mi aspetto grande dedizione e voglia, la stessa che hanno denotato in queste settimane di allenamento, nelle quali è stato percepibile il desiderio di stare in gruppo e di tornare a respirare calcio tutte insieme. Paradossalemente, anziché spronare, dovrò con ogni probabilità tenere a bada la troppa irruenza, affinché il dispendio di energie non sia eccessivo rispetto all’effettiva tenuta atletica del momento. Non dobbiamo dimenticare che siamo digiuni dei novanta minuti da tanto tempo e ci mancano i riscontri fisici di un confronto diretto contro un’avversaria del nostro campionato.
Domenica, di fatto, inizia un nuovo campionato: come cambiano le prospettive rispetto al prosieguo della stagione, con i primi 3 impegni di campionato già abbondamente in archivio?
Il nuovo inizio dev’essere soprattutto mentale, in quanto si azzerano i confronti rispetto ai turni precedenti, ma non i punti sin qui accumulati in campionato. Da pare nostra dobbiamo riprendere la consapevolezza, già saggiata nei primi 270 minuti della competizione, che siamo una squadra giovane e largamente inesperta e solo dando il 110% possiamo guardare lontano e ottenere i risultati a cui miriamo. In primis non può mai mancare la prestazione, la grinta di vivere la partita dal primo all’ultimo minuto, senza mai mollare e approcciando la partita con le unghie sin dai primi battiti di gioco. Il risultato può dipendere da mille variabili incontrollabili, ma noi dobbiamo fare tutto quanto in nostro potere, perlomeno per uscire dal campo a testa alta e senza rimpianti.
Com’è cambiato, a livello personale, l’approccio in questi primi mesi alla tua prima esperienza sulla panchina di una Prima Squadra femminile?
L’esperienza dello scorso anno con la Juniores ha reso più semplice in toto il passaggio alla dimensione superiore, di fatto ho ritrovato la maggior parte delle protagoniste che già avevano vissuto con me l’intensa esperienza nel Campionato Primavera Nazionale. Ad essere cambiato, fondamentalmente, è il peso specifico dei punti e dei risultati: con le Under la crescita del gruppo vale al pari dei risultati e della classifica, mentre in Serie C gli obiettivi sono decisamente più forti, il tempo per gli esperimenti scarseggia e gli errori meno tollerabili. Da parte mia, vivo questa esperienza con soddisfazione, gratitudine e ottimismo: il materiale umano e tecnico è di assoluto valore e non mancano i presupposti per costruire le fondamenta di un futuro rossoblù sempre più promettente e luminoso.