Speciale Cantera: intervista a Maria Bortolin
Una stagione da spettatrice per la giovane calciatrice di Valdobbiadene, costretta a tifare le sue compagne da fuori a causa di un infortunio. Ma la voglia di tornare in campo più forte di prima è tanta: conosciamo più da vicino Maria Bortolin.
A quanti anni hai iniziato a giocare a calcio e come ti sei avvicinata a questo sport?
Ho iniziato a giocare a calcio a cinque anni e mezzo. Fin da quando ho iniziato a camminare, ogni cosa che trovavo per terra era un’opportunità per calciarla.
Quando ho iniziato la prima elementare vedevo tutti i miei compagni che giocavano a calcio, da lì mi sono appassionata a questo sport e un giorno finita scuola, decisi insieme ai miei genitori di andare a provare. Ho iniziato a giocare a calcio alla Valdosport, una società maschile di Valdobbiadene, dove ho militato per quattro anni (piccoli amici, pulcini per due anni e un anno di esordienti) e successivamente ho cambiato società e sono andata a giocare al Qdp, una squadra maschile di Farra di Soligo. Qui ho giocato per cinque anni (esordienti, giovanissimi e sperimentali). A 14 anni ho deciso di intraprendere la strada del calcio femminile e ho iniziato a giocare con la società Permac Vittorio Veneto.
Come ti trovi a Vittorio Veneto?
Dal primo giorno che ho iniziato a Vittorio Veneto mi sono trovata molto bene, ben accolta dalle mie compagne e motivata dai miei allenatori e da tutto lo staff della società.
Quest’anno per te è stato di passaggio per via dell’infortunio al ginocchio: com’è stato vivere la stagione da fuori?
È stato un anno molto duro. Vivendo la stagione da fuori, mi sono resa conto che quando si ha una grande passione, altrettanto grande è la delusione di non poterla praticare ed è stato veramente difficile affrontare questo lungo periodo, che mi auguro finisca al più presto.
Qual è stata la motivazione principale che ti ha spinto a affrontare la riabilitazione con grinta?
Mi ha spinto il mio carattere e la gran voglia di tornare in campo più forte di prima.
Ci sono giocatori/giocatrici ai quali ti ispiri? Se sì, perché?
Mi ispiro molto a Martina Rosucci, centrocampista della Juventus e della Nazionale.
Ha tutte le qualità che una giocatrice possa avere e la stimo molto perché anche lei è stata ferma per infortuni alle ginocchia, ed ora è ritornata in campo superando questo grandissimo ostacolo nel migliore dei modi.
Qual è la tua migliore qualità e invece quella che vorresti migliorare?
Penso che la mia migliore qualità sia la velocità e la tecnica. Voglio continuare a migliorarmi in tutto, per poter crescere sempre di più.
Quali sono i tuoi obiettivi personali per questa stagione?
Per questa stagione mi pongo l’obiettivo di tornare a giocare con la mia squadra, dare il massimo di me stessa perché, tutte assieme, si possano ottenere i migliori risultati.