Di Bari:”Conquistare la vittoria con sangue e sudore”
Giuseppina Di Bari, classe ’87, è l’estremo difensore della squadra biancorossa, il numero uno che da oltre 9 stagioni veste la stessa maglia, the number 1. Una bandiera, oramai stabile tra i due pali, difesi per la seconda volta consecutiva quest’anno nella massima serie.
Bari-Vittorio Veneto, sono distanti 1200 km, ma sabato scenderanno in campo con gli stessi punti in classifica, novanta i minuti, tre i punti d’oro in palio.
Una partita delicatissima per l’ambita salvezza di tutte e due le compagini, dunque dopo aver sentito lo spogliatoio rossoblu vittoriese, diamo ora la parola a quello barese:
Dopo il fantastico punto rimediato contro il Brescia, non siete riuscite a ripetervi contro la compagine bergamasca del Mozzanica
È stata una gara difficile, su un campo a noi quasi inedito, contro una squadra forte, di fronte alla quale però non abbiamo sfigurato, dimostrando che la Pink Bari può essere competitiva anche con le grandi squadre.
Sabato una partita da dentro o fuori, stessi punti in classifica, i due fanalini di coda si incontrano per una delicata gara dal sapore di punti salvezza, come vi state preparando?
Tutte le partite sono decisive, vincere sarebbe un piccolo passo verso la salvezza, ma il campionato è ancora lungo. Stiamo cercando di lavorare sui nostri difetti per migliorarci e cercare di non regalare ghiotte occasioni alle avversarie.
All’andata avete “saccheggiato” la tana delle Tose, il Barison, ora il campo è a favore vostro, entrambe arrivano da una sconfitta contro delle compagini al vertice della classifica. Che gara ti aspetti?
Mi aspetto una vittoria che sicuramente ci dovremo guadagnare col sangue e col sudore sul campo, con un Bari affamato e aggressivo su ogni pallone, con un gruppo pronto ad aiutarsi per migliorarsi.
Voi state lottando dal secondo anno consecutivo per la salvezza nella massima serie, cosa è cambiato a parer tuo quest’anno con la classifica ancora più corta?
Sinceramente sono una che non guarda molto la classifica, non cambia molto per me, perché preferisco affrontare ogni partita singolarmente, a prescindere. Che sia contro la prima o l’ultima l’impegno deve essere il medesimo, e magari non farsi influenzare, anche se inconsciamente, considerando un avversario più basso in classifica più facile da battere. Il nostro pareggio col Brescia ne è la dimostrazione.